La pandemia da Covid-19 ha generato in diversi ambiti nuove crisi sociali ed esacerbato crisi latenti. In un contesto caratterizzato dalla disponibilità di una mole pressocché illimitata di informazioni di ogni tipo e valore, tanto da parlare ormai di “infodemia”, un particolare rilievo è assunto dalla crisi della comunicazione.
Una comunicazione distorta, infatti, ha il potere di influenzare negativamente non solo le opinioni, ma anche i comportamenti delle persone in una fase delicata come quella che stiamo vivendo. La crisi della comunicazione legata alla pandemia ha messo in evidenza numerosi bisogni sociali su cui è opportuno intervenire con urgenza ed efficacia: il bisogno di acquisire strumenti informativi utili per una riduzione del rischio di contagio; il bisogno di contrastare le informazioni sensazionalistiche, o addirittura complottistiche, che possono causare sia reazioni di rifiuto del problema, sia reazioni emotive esagerate o di comportamenti antisociali pericolosi; il bisogno di promuovere un senso di responsabilità personale nei confronti della collettività.
Per cercare di soddisfare questi bisogni l’Università del Piemonte Orientale ha lanciato il progetto “Covid-19 e informazione: consapevolezza e responsabilità nelle nuove generazioni”, specificamente pensato per il mondo dell’infanzia e della prima adolescenza.
Coordinato da Cristina Meini, professoressa associata di Filosofia e teoria dei linguaggi al Dipartimento di Studi umanistici, il progetto è co-finanziato dalla Fondazione CRT e coinvolge altri 4 dipartimenti UPO, oltre al DISUM: Medicina traslazionale, Scienze del Farmaco, Scienze e Innovazione tecnologica e Giurisprudenza e Scienze politiche, economiche e sociali.
«Se è vero che il Covid-19 colpisce mediamente in forma più leggera i più giovani, sono spesso proprio loro i veicoli principali del virus. – chiarisce la prof.ssa Meini – Molti adolescenti, infatti, non rifuggono gli assembramenti, mentre per i bambini è sana e naturale la dimensione del gioco di gruppo. Esponendosi al rischio di contagio e alla conseguente possibile trasmissione, essi mettono a repentaglio, nel caso dei più giovani del tutto inconsapevolmente, la salute se non la vita dei parenti più anziani. L'interesse di questo progetto va quindi ai bambini e adolescenti, con l'obiettivo di fornire loro i migliori strumenti per affrontare il presente e il futuro con piena consapevolezza, trasmettendo informazioni fondate e aiutandoli a distinguere le fonti informative autorevoli dalle “fake news” che troppo spesso affollano i mezzi di comunicazione. Nel contempo, si intende assistere i loro insegnanti in un percorso di aggiornamento di carattere tanto scientifico quanto di educazione civica».
Più nello specifico, il progetto coinvolgerà due classi quarte della scuola primaria e due classi seconde della scuola secondaria di primo grado. Per ogni classe sono previsti cinque incontri tenuti da docenti UPO esperti nei vari temi affrontati (virologia/epidemiologia/fisiologia, comunicazione, fake news, bioetica), affiancata da una psicologa.
Gli incontri nelle scuole primarie saranno dedicati ai seguenti temi:
- Che cos’è un virus, come si trasmette, come ci si difende. Quali sono le buone pratiche da mettere in atto (con particolare attenzione alle abitudini e agli interessi legati all’età). L’informazione sarà veicolata attraverso una narrazione.
- Perché dobbiamo ascoltare i medici e vaccinarci? Co-costruzione di una narrazione.
- Le fake news: storie troppo perfette per essere vere. Più è falso e più sembra vero.
- Il gioco del distanziamento: stabiliamo le regole e condividiamole.
- Raccolta delle impressioni, condivisione e analisi delle eventuali paure e preoccupazioni.
Gli incontri nelle scuole secondarie sono dedicati ai seguenti temi:
- Che cos’è un virus, come si trasmette, come ci si difende. Quali sono le buone pratiche da mettere in atto (con particolare attenzione alle abitudini e agli interessi legati all’età).
- Perché dobbiamo ascoltare i medici e vaccinarci? È normale che talvolta gli scienziati siano in disaccordo? (anche con esempi tratti dalla comunicazione del virus e dalla scienza del passato)
- Le fake news: storie troppo perfette per essere vere. Analisi delle fake sul virus e sui cambiamenti climatici, individuazione di meccanismi in comune. Produzione di una fake news.
- Perché è bello (“figo”) seguire le indicazioni sul distanziamento e portare le mascherine. Creazione di momenti e situazioni nelle quali si attuano buone pratiche con un controllo reciproco (p. es., creazione di un intervallo sicuro).
- Riflessione sui limiti della libertà. Che cosa significa essere liberi? Quali diritti e doveri abbiamo come individui facenti parte di una società?
L’avvio del progetto è previsto per il 1° novembre 2021 e dovrebbe concludersi il 30 marzo 2022.